sabato 4 gennaio 2020

Immondizia


Io lo so che l’inquinamento è come l’evasione fiscale, cioè che quello/quella che fanno le grandi aziende e i grandi gruppi economici è molto più grave rispetto a quello/a dei singoli, dei privati ed è quello su cui bisogna lavorare davvero; ma anche questo non è secondario, a mio parere, specie per l’inquinamento da rifiuti.
Io vivo a Viareggio,e  fino a poco tempo fa nel mio quartiere non avevamo il porta a porta ma i cassonetti. Siccome il generico (o indifferenziato) lo ritiravano solo nel weekend, di solito la domenica mattina raccoglievo tutta l’immondizia e con mia figlia, che si divertiva a buttare il vetro nella campana per sentire il rumore del vetro che si infrangeva*, andavamo ai secchioni  a liberarcene.
In quell’occasione potevo quantificare il volume di immondizia che producevamo.
Di generico/indifferenziato avevo un sacchetto; rispetto a quello, la plastica era due volte e mezza/tre volte tanto, la carta una e mezza/due, mentre organico, vetro ed alluminio messi insieme facevano l’equivalente di mezzo sacchetto di generico.
Questo significa che differenziando io riducevo a circa un 1/6 l’immondizia che finiva nella discarica o negli inceneritori, significava ogni settimana l’equivalente di circa 5 o 6 sacchetti in meno.
Teniamo conto che a Viareggio ci sono 60.000 abitanti, e la famiglia media è di 3 persone: 20.000 famiglie tipo la mia, dunque, più città e paesi dei dintorni e gli esercizi commerciali (ristoranti, supermercati, alberghi, negozi vari). Riciclare, differenziare i rifiuti significa quindi almeno 5 sacchetti moltiplicati per ventimila in meno nelle discariche, solo di famiglie, solo a Viareggio, ogni settimana.
Per cui ok le grandi industrie, gli scarichi, i depuratori: ma anche il riciclo individuale non mi pare trascurabile, manco per niente.

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* Che nella mia famiglia si chiama “Scocciareccia” (“rumore di cocci”, nel senso di oggetti di vetro o di porcellana che si scontrano, che si rompano o meno).

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