lunedì 2 marzo 2009

Una cosa molto romana...

Tempo fa parlavo con un mio amico di Pisa, città dove vivo, il quale, raccontandomi delle sue conoscenze romane fatte per lavoro, notava in alcuni dei miei concittadini questa visione un po' urbecentrica del mondo.
Come esempio citava la frase "dai, andiamoci a mangiare un cornetto a mezzanotte; è una cosa molto romana", che come cosa non è strettamente romana, ma si fa ovunque.

Io lì per lì ero d'accordo: in effetti può capitare che se vivi in una grande città e hai girato poco ti convinci che tutto quello che ci si fa, specie se particolare, sia esclusivo della tua metropoli.
Però poi ho ripensato a questa frase immaginandomela detta dai miei concittadini, e lì ho capito.
Anche se non è linguisticamente molto corretto, questa frase non vuol dire "è una cosa tipica di Roma", "caratteristica o propria di" né "inventata a":
se ho presente il mio dialetto e i miei concittadini, "è una cosa molto romana" significa "a Roma si fa molto", "i romani lo fanno spesso".

E' un piccolo spostamento di significato, non lo spiego grammaticalmente perché ci vorrebbe un'eternità e sarebbe inutile, tanto così si capisce -spero- lo stesso;
ma, pur essendoci molti miei concittadini con la mentalità imperiale, molti romanocentrici, e anche molti ignoranti che non sanno niente del mondo, almeno questa gliela possiamo togliere.

Quelli che frequenta il mio amico stavano quindi semplicemente dicendo "andiamoci a mangiare un cornetto a mezzanotte, qui si fa sempre".

O almeno si faceva: l'ordinanza di Alemanno vuole impedirlo, dirimendo così la questione linguistica.
D'altronde anche i fascisti son, ahimè, una cosa molto romana...