venerdì 3 febbraio 2023

ISZN

Ci sono delle canzoni che a un certo punto può essere il caso di aggiornare, tipo questa. Così, partendo dall’originale di Eugene Pottier, sono passato per la traduzione di Fortini e quella di Billy Bragg, facendomi dare una mano (a loro insaputa) anche da Graham Nash e da Bowie: d’altronde mica potevo fare una cosa simile da solo, no?
Ultima nota (mia opinione, la butto lì): per me il miglior plurale inclusivo è in -es: un po’ spagnolo e un po’ latino, è più facile e armonico da pronunciare rispetto all’asterisco, alla schwa e al plurale in -u; così l’ho usato nella quarta strofa.

ISZN

In piedi chi di ogni oppressione
è vittima, a casa o al lavor,
chi vive discriminazione,
solitudine, ansia, terror;

ci dipingono fallati e strani,
isolati, inferior, tapin,
diritti sol da mendicare,
condannati a questo destin.

Rit. 1:
Pugni d’ogni colore
verso il sole tendiam:
questo no appestatore
in un sì trasformiam!

Ladies, gentlemen, others,
questa lotta final
sarà solo d’ognuno,
sarà intersezional!

La schiavitù inizia a casa,
più forte è in testa la prigion,
mai liberi saremo fuori
se anche nel letto entra il padron.

Nel cratere grande della mente
bollon ragione e volontà
di far l’umanes più splendente:
oggi è fosco, rifulgerà.

Rit. 2:
Figlio del capitale e
del bigotto pensier
è il mondo diseguale
che noi farem cader;

siamo il rosso aurorale
della lucente età:
l’intersezionale
splendente umanità.

Dai fondi abissi dell’oceano
su fino ai monti della luna,
mille catene da spezzare
ma la lotta è soltanto una.

Decretiamo la comun salute,
tra noi pace, guerra ai tiran!
Già tante mura son cadute,
avanziam: le altre crolleran.

Rit. 3:
Lo stentoreo ideale
declamiam d’armonia:
pe’ il nostro Germinale
libertà non han gerarchia.

Per un sogno reale
dunque uniti seguiam
l’intersezionale
vision di libertà.

In piedi contro l’oppressione
uniamoci, basta pietir:
per sesso, classe o religione
né per pelle dobbiamo soffrir.

Non esistono vere frontiere
tra chi è oppresso di qua o di là,
sbricioleremo le barriere
alle potenzialità.

Rit. 4:
Concreto l’ideale
nostro infine sarà
dell’intersezionale
oppressa umanità;

siamo il rosso aurorale
della lucente età:
l’universezionale
splendente umanità.