Tra tutte, il titolo più bello l'ho dato a questa:
MINUETTO DEL RAMMARICO
ANTRACITE
Io c’ho il rammarico
d’una mattina
in cui mappina*
io mi sentìa.
Causa: le nuvole,
e anche se so
che il peggio do
col grigio, “via”,
dissi, “chiamiamola”
pur nel torpore,
pur col grigiore
“l’amica mia”.
Giunse, era splendida:
rosse e antracite
avea vestite
le grazie sue.
Sembra impossibile,
ma ancor maggiore
era ‘l brillore
di sua beltà
rispetto al solito;
molceva gli occhi,
molléa i ginocchi,
tutta fulgèa.
Ma io ero urfido,
come v’ho detto,
e in quel baretto
poco parlai.
Sì, un po’ ma tacqui, ahimè,
quel suo splendore
che di bollore
tutto mi empìa.
Lasso! Non dissilo.
Ed ho il tormento
del complimento
che non partì.
Ovvio, poi, l’esito:
con mia mestizia
restò amicizia
che restò lì.
Ovvio che il seguito
ci fe’ lontani:
neuroni inani
miei fecer ciò.
Ovvio il rammarico
per quel mattino;
ciel cinerino
seren non fu.
Gennaio 2012 circa
__________
* Napoletano per "schifezza".
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