lunedì 14 febbraio 2011

La manifestazione del 13 febbraio e una modesta proposta di slogan

Oggi sono stato alla manifestazione "Se non ora quando?", domanda cui già amiche/amici con sale in zucca hanno risposto "prima, sempre" (non in polemica, ovvio, ma come rilancio).
Vorrei cedere al mio umorismo malato e soprannominare, scorrettamente, la manif di oggi come "'U curteu d'u pilu", ma temo che le mie amiche deciderebbero di smentire il soprannome di sesso debole a suon di nerbate sulla mia schiena, per cui lascio perdere (un po' come se mi fossi aggirato per la manifestazione dicendo "tu sei contro la mercificazione del corpo femminile, vero? Allora con me ci vieni gratis?": sembra Vergassola ma in realtà è postmoderno, ma credo che non sarebbe stato apprezzato lo stesso).

Partecipazione numerosa: per chi conosce Pisa, la coda del corteo lasciava il comune per salire sul Ponte di Mezzo e la testa era già alla Soprintendenza, su Lungarno Pacinotti.
Era il primo corteo per la piccola erede (per forza, ha neanche 15 mesi), ma non certo per me: ed essendone pratico, la cosa che ho notato era che oggi, almeno al corteo pisano, non si cantavano slogan.
Sarà stata la pioggia, o la voglia di fare un corteo diverso, o la trasversalità: ma è volato solo qualche coro di "DIMISSIONI!" e qualche tentativo di cantare la canzone "La lega" (o "Sebben che siamo donne", che qualcuno mi dica il titolo esatto ché non lo so).
A parte i begli interventi finali, questa degli slogan è la cosa che mi ha colpito di più.
E al riguardo:

1) Nel corteo ho sentito dire che chiedere le dimissioni era una strumentalizzazione della manifestazione (da parte della sin. contro Sirvio).
Allora, a parte che quella della "strumentalizzazione" è una vecchia accusa idiota da ciellini senza argomenti che sento dall'85, almeno, e come tale per me squalifica a zero chi la pronuncia, dico: ok, il maschilismo esiste anche a sinistra, d'accordo, ma nel criticarlo in generale e dappertutto che facciamo, lasciamo al governo chi ne fa un perno della propria cultura, ovvero quello psicocumenda che proprio sull'imbarbarimento culturale ha costruito la sua ascesa? Nel più c'è il meno, no?
2) E quindi rilancio, e oltre alle "dimissioni" io propongo le diSmissioni: giusto come rottami puoi riutilizzare 'sti dirigenti (del paese verso la rovina).
3) Personalmente, una canzone che dice "e la Lega crescerà" non l'avrei cantata: sa di autogufata che si autoavvera...
4) Io avevo aderito all'appello dello spezzone Ombrelli Rossi (riprodotto anche qui), che nell'analisi metteva insieme moralismo e sfruttamento in un modo che mi piaceva.
Ma siccome non imparo nulla, lo slogan che avevo pensato per supplire alla loro mancanza era questo:

NON CREDO CHE IL SIGNORE
UNO COME TE UNGA:
SE TE PIJA SATANA
ALTRO CHE BUNGA-BUNGA!

Che dite, troppo moralista-cattolico, eh?

1 commento:

nocaserma @gmail.com ha detto...

No, è bellllissssimo!!!!!