mercoledì 14 maggio 2008

Io e il Creatore

Io a Dio non ci credo. Ma non come il bambino presuntuoso della battuta, quello che diceva "Credere è una parola grossa, diciamo che lo stimo molto": no, proprio non ci credo, e pure come stima pochina.

Lui lo sa; e ci si incazza. Anzi, ci si incazzava perché negli anni il furbone ha cambiato strategia.

Il quale furbone, coLui che tutto move, aveva pochissime speranze da subito: sono cresciuto in una famiglia più o meno atea, e andavo in chiesa solo a Natale e a Pasqua, con i cugini, come tradizione e cosa sociale, e perché la chiesa era sotto casa (la mitica Santa Maria in Publicolis, nel quartiere ebraico, dove la mia famiglia ha abitato a varie riprese pur essendo gentile, il che già indica un rapporto con la religione un po' sui generis), e dopo giocavamo un po' in strada, tempo permettendo. Finita l'infanzia, finì pure questa tradizione.

Così l'Onnipotente-ma-evidentemente-non-Onniscente cominciò coi metodi subdoli: verso i 9 anni, due dei tre cugini con cui scendevamo a messa a Natale fecero la festa per la comunione. Io e my sister andammo, rimanendo basiti davanti ai numerosi regali che i due avevano ricevuto come celebrazione del loro ingresso nella comunità dei fedeli in Cristo.
Davanti a tanta copia, materialisticamente e poco -molto poco- religiosamente, 'sta comunità comincia a sembrarci interessante: così chiediamo notizie e veniamo a sapere che il biglietto di ingresso consiste in tre, dico 3, anni di catechismo. Un'eternità... ah, ah, ah...

L'entusiasmo, di conseguenza, scema, e a questo punto mi pongo la grande domanda: ma io a Dio ci credo o no? Perché a quel punto la questione quella era, non altre. Ci penso un po' e decido di no.

Da allora non ho più cambiato idea, anzi, la lettura di Nietzsche ha dato il colpo di grazia al cavallo già morto della mia fede, con buona pace del furbone con la barba bianca.

Il quale ogni tanto mi appare, o almeno ci prova: nella sublimità di certi dischi, nelle linee di certe fanciulle, ma niente: continuo ad attribuirle all'opera del genere umano, imperterrito.

Oppure prova ad apparirmi in certe accoppiate cielo-paesaggio davanti alle quali, però, mi viene da dire più "madoooonna..." o "ggiesù!" che non Dio. Quindi...

Di persona, mai: e sì che mi metterebbe in difficoltà: intanto dovrei capire quale delle tre persone ho davanti (a occhio dovrebbero riconoscersi, ma hai visto mai...), e poi a quel punto le cose sarebbero due, ovvero o ho sbroccato, o esiste.

Ora magari si giustificherà dicendo che tanto è tutto deciso, che se nel Libro è scritto che io non devo avere la fede non ce l'ho, che non si scomoda di persona per un miscredente qualsiasi, che alla fine cazzi miei, che il libero arbitrio, che ecc, che bla...

Tutte scuse, barbùn, sei come Dylan: non ci sei.

E tra i due, preferisco lui, che due volte dal vivo, almeno, l'ho visto (e scrivila Just Like A Woman, furbone, se sei tanto bravo).

2 commenti:

marcovaldinho ha detto...

mi permetto di suggerirti un mio vecchio scritto sulla creazione! Il tema é alto, ma ci ho pensato io ad abbassarlo!

the-freewheelin-giuliopk ha detto...

LEtto, notevole. Commentai anche.