venerdì 3 gennaio 2020

Trump e il cecchino incapace


Non ricordo più dove ho letto una barzelletta, che mi pare russa, ambientata nelle trincee della prima guerra mondiale. Faceva così:

Un ufficiale va a a ispezionare le trincee e chiede com’è la situazione.
- Tutto bene signore, a parte un cecchino nemico che tiene sotto tiro le nostre postazioni.
- Ah, perbacco. È un bravo cecchino? Ci ha causato molte perdite? - chiede il generale.
- Nossignore: è un incapace totale, ha una mira pessima, rispondono i soldati.
- E allora perché non ve ne siete liberati?
- Perché se lo uccidiamo il nemico lo sostituirebbe con uno bravo; invece, finché c’è lui non corriamo rischi.

Ecco, l’elezione di Trump l’avevo interpretata così: invece di una guerrafondaia esperta e preparata come la Clinton, ritenevo che fosse meglio un fanfarone che abbaia ma poi viene ricondotto alla ragione, uno che qualsiasi cosa dica riceve critiche, uno che minaccia casini ma poi interviene Putin che se lo rigira come vuole (tu guarda se uno deve apprezzare un destro del KGB come paciere…) e alla fine le cose si placano.
L’unico motivo per cui Trump (che comunque ha preso il 25% dei voti ed ha vinto solo per le storture del sistema elettorale americano) è lì, è questo: un incompetenza che limita i danni, tanto a portare avanti le cose ci pensano le strutture dirigenziali dei ministeri.
Se però mi combini casini come questo recente con l’Iran, allora… e su, dai...
(la minaccia di bombardare i siti archeologici, poi, è da caricatura dell'americano ignorante e nazista).

I hope that yankees love their children too...

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