domenica 12 gennaio 2020

Proust - Kerouac - Modiano


Proust-Kerouac-Modiano

In principio fu Proust, che creò un gruppo di personaggi e volle raccontarne la storia in lungo e per esteso, mostrandone mutazioni ed evoluzioni nei decenni: essendo uno scrittore rivoluzionario sì ma per tante cose ancora classico, per fare ciò scrisse un mega romanzo in sette volumi.

Poi venne Kerouac, che raccontò le vite delle persone intorno a lui in vari romanzi separati ma che in fondo, per l’autore erano una storia sola (“La mia opera forma un unico grosso libro come quella di Proust, soltanto che i miei ricordi sono scritti di volta in volta. A causa delle obiezioni dei miei primi editori non ho potuto servirmi degli stessi nomi di persona in ogni libro. [...] non sono che capitoli dell'intera opera ch'io chiamo La Leggenda di Duluoz”) -e Proust viene apprezzato esplicitamente da Dean Moriartry in Sulla strada.

Infine venne Modiano, che più che della Francia occupata mi pare che da tanto tempo cerchi di ricostruire la sua vita e soprattutto quella delle tante, strane persone da lui frequentate (titoli come Ricordi dormienti o Dall’oblio più lontano illustrano bene questo suo filone) guardandole da punti di vista diversi, a volte in contrasto, con tante zone d’ombra: una frammentazione dei personaggi e della visione che è propria del ‘900.
Ecco, se Kerouac non ha potuto raccogliere i suoi romanzi rivedendoli per fonderli in un’opera sola, per Modiano è più semplice: basterebbe metterli accanto in un volume tipo i Meridiani e il grande libro della sua opera sarebbe pronto, senza bisogno di adattamenti.

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