mercoledì 27 giugno 2012

Dove sorge il sol...

Ampliando Rimbaud, posso dire che anche io, più di qualche volta, ho "embrassé l'aube d'été".
E non solo d'estate ma anche d'inverno. Non come certi amici con bioritmi ed orari da vampiro, d'accordo, però più di qualche alba l'ho vista.
I motivi potevano essere tanti: una serata con gli amici andata per le lunghe, o qualche notte d'amore (quelle che Panella definisce meravigliosamente il furore e il gelo delle notti aurore), specie se il corteggiamento si è preso una parte lunga della serata; sennò qualche viaggio notturno, qualche serata da dj - quelle che a metà anni '90 mi hanno fatto innamorare definitivamente della campagna dei dintorni pisani (insieme a qualche turno di vigilanza, nello stesso periodo, alle strutture della festa di Rifondazione di Asciano), il ritorno da un concerto lontano, discussioni di chiarimento, ecc...: a un certo punto, magari non vedevi il cielo più chiaro, però cominciavi a sentire gli uccellini e pensavi "Oops... stanotte ho sghiozzato" (per dirla alla pisana: mi sono comportato come un grezzo che non conosce misura).

Ma c'era della bellezza dietro quei mattini raggiunti da dietro, c'erano delle esperienze piacevoli.
Certo, c'erano anche quelli che vedevi per preoccupazione, per ansia, per incazzatura o per un caffè bevuto troppo tardi: questi casi c'erano insieme a quegli altri, ci sono sempre stati (quelle da insonnia neonatale, invece, sono una novità tarda).
Il guaio è che andando avanti con l'età diminuiscono sì le albe che vedi, ma soprattutto perché il primo insieme, quello di quelle belle, si assottiglia fin quasi a sparire; e questo ovviamente non è piacevole, alla faccia della vita più regolare.

Per questo quando l'altra notte ho fatto le 4:30 per scrivere questa recensione

http://www.sentireascoltare.com/recensione/10290/u2-achtung-baby.html

sono stato contento; e parecchio.
È proprio vero: senza il rock'n'roll avremmo vissuto peggio.


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