mercoledì 30 maggio 2012

Epigrafia contemporanea - Italiano addio?


Chissà in futuro come si documenteranno su quest'epoca. Noi conosciamo l'antichità grazie alla resistenza del papiro, della carta, del tufo, del coccio e della pietra e alla pazienza di tanti monaci, ma i posteri?
Se il digitale regge, sui nostri tempi ci sarà pure troppo; se invece verrà spazzato via da qualche tempesta elettromagnetica, ciao.
Lo dico perché  ci sono cose, in ogni tempo, che non sono capite neanche da tutti i contemporanei; voglio dire che non sempre si sa interpretare tutto quello che appartiene alla propria epoca, che anche i contemporanei hanno bisogno dei commentatori, e a maggior ragione i posteri, che non condividono più lo spirito e il polso dei tempi e grazie a questi commentatori possono comprendere chessò, opere letterarie, documenti politico-religiosi, lingua...

Ecco: io nel mio piccolo voglio fornire un contributo a contemporanei e posteri per capire cose tipo la scritta qui fotografata: che magari è scritta in quella che sarà la lingua del futuro (ma spero di no), ma nel dubbio io la spiego. Poi certo, se la tempesta elettromagnetica cancella tutto amen, ma intanto...(come disse Laura Palmer).

Procediamo dunque, parola per parola, intanto decifrando la calligrafia, poi i significati, tenendo conto che il reperto è stato rinvenuto e fotografato in un parco giochi di Viareggio (LU), città balneare dell'alta Toscana.

Ebetuzzo: La desinenza "-uzzo" è diminutivo/vezzeggiativo del sud Italia ma, come già "minchia", è stato diffuso dai media in tutto il paese (benché meno). Dubitiamo però che si tratti del semplice dimin./vezzeg. di un nome o di un cognome: difficile, infatti, che qualcuno si chiami "Ebete"...
Probabilmente si tratta del risultato di vari passaggi scherzosi-distortivi del nome originale; in ogni caso si tratta certamente del destinatario del messaggio (pardon, del msg).

6: Qui è facile: è la seconda persona singolare del presente del verbo "essere", scritta così per omofonia tra il numero e la forma verbale. L'uso di siffatta grafia, per memoria diretta di chi scrive, risale a ben prima dell'uso dei telefoni cellulari e della comunicazione via sms, che ha accolto ben volentieri tali usi grafici che fanno risparmiare caratteri. Perché in quest'epoca, se si supera un certo nr. di caratteri si spediscono 2msg cn aumento di $pesa (lo dico perché chissà come funzioneranno i tel. dei posteri), da cui il suo successo tra i giovani.

Topo: Al femminile indica l'organo sessuale appunto femminile (in Toscana, ma si è diffuso), ed è diventato sinonimo di bella ragazza in seguito all'accorciamento dell'espressione "bella topa" (con una sineddoche "topa=ragazza" che definire disinvolta è poco): in pratica l'equivalente di "f*#a" o "f@&#§a". C'è voluto poco per passare da "topa=bella ragazza" a "topo=bel ragazzo".

Bao: Avverbio viareggino, forse anche lucchese, che vuol dire "molto": es., "mi garba bao", "fa ca'à bao", ecc...
Da non confondere col "ba'i" dell'espressione, più diffusa lungo la costa toscana, "fa onco a' ba'i", dove "fare onco"=far vomitare (anche nelle forme "mi fa veni' la/l'onco", a sua volta da non confondere con la 'onca, che è il lavello dei piatti: "le donne? Alla 'onca", recita la "saggezza" contadina maschilista) e "a' ba'i"=ai bachi, cioè ai vermi.
Per tornare al principio: "bao"=parecchio.

By: Anche qui è facile: pur simile al precedente, è la preposizione semplice inglese che indica l'agente di qualcosa, come anche l'autore di un opera. Nella dominazione anglica del moderno linguaggio dei media, la particella si è diffusa insieme a molte altre parole di quella lingua. Personalmente ricordo la pubblicità di "Let's Go West, by Five Viaggi", che immagino nelle orecchie di molti miei coetanei. Qui introduce la firma dell'autrice del messaggio (pardon, del msg).

Tufa: Vedi "Ebetuzzo": al maschile è un tipo di pietra e di terreno, qui è l'appellativo scelto dall'autrice per firmarsi. che poi vai a sapere: l'omosessualità oggi è meno tabù e la "a" alla fine, per chi conosce le logiche con cui si distorcono i nomi tra i GGiovani, non vuol dire nulla.

Per cui: "Ebetuzzo, sei proprio bello, firmato Tufa". Non così complicato in fondo.
Certo, non c'era una parola d'Italiano (il massimo era "6"), ma amen...

1 commento:

a cup in the garden ha detto...

mi fai schianta' dal ride!