martedì 14 giugno 2011

Non siamo abituati

Il sole di Roma, aria di vittoria, un angoletto splendido (perché dove sono nato la bellezza si spreca) tra l'altro nemmeno tra i più famosi, a un passo dal Circo Massimo del Gay Pride di sabato ma anche da quella San Giorgio al Velabro mezza distrutta da una delle bombe del '93: grazie al messaggio de Maurello che mi ha detto di venire a festeggiare/seguire gli ultimi risultati qui, sono uscito da casa ed eccomi.

Arrivare con questo clima e Killing In The Name dei Rage Against The Machine a palla è splendido, ma la scaletta riserverà altre sorprese, alternandosi con le comunicazioni dal palco di una vivacissima rastina.

Sul palco passano anche vari interventi: uno bello di Rodotà, altri dei comitati, nessuno di Rosy Bindi e Cesare Salvi passati a salutare in sordina (pare ci fosse anche Bersani, ma non l'ho visto).

E poi quello di Vincenzo Migliucci, che consegna la battuta più bella: "il referendum ci dice che l'acqua non può essere fatta oggetto di meretricio capitalistico!". Un poeta.
Mentre i fischi più forti tuonano quando sul maxischermo sintonizzato su Rainews (con l'audio periodicamente zittito per mandare la musica) compare La Russa, l'esultanza più forte si ha quando la rastina annuncia che ACEA ed ENEL (mi pare) in borsa hanno preso una bella botta:
evidentemente questa vittoria è anche un po' comunista, visto che 2 quesiti erano contro le privatizzazioni, uno per dire che i cittadini sono TUTTI uguali e un altro contro i profitti delle grandi imprese lucrati sulla pelle dei cittadini comuni (sono questi e qualcun altro i tratti del comunismo, non l'immagine delirante, cartolinesca e distorta che ne dà Sirvio ma anche, purtroppo, tanti di quelli che gli si oppongono).

Vittoria politica, altro che storie: e se è vero che i comitati hanno dettato l'agenda ai partiti, è anche vero che sono state le strutture di un parzialmente ravveduto PD e della CGIL che tanto hanno fatto - insieme ovviamente a internet - per la riuscita del referendum. Per tacere poi il fatto che la derelitta FDS quel poco che ha ancora come strutture l'ha messo in campo tutto.

E mentre il fratello di Maurello mi ricorda che fino ai tempi del PDS Botteghe Oscure sapeva i risultati prima e meglio del Viminale, arriva l'annuncio definitivo della vittoria: sottofondo, la versione dinamite di Bella Ciao dei Modena City Ramblers.
Nell'esplosione di gioia, durante l'annuncio, sempre per bocca della rastina risuona l'altra battuta memorabile:

"Abbiamo vinto! Non ci siamo abituati. Ma abbiamo vinto!!".

Io avrei da opinare sulla scelta di suonare subito dopo We are the champions, ma nell'euforia della VITTORIA, e ripeto VITTORIA, ci può stare.
Anche perché subito dopo il dj salva tutto con un colpo di genio: Tanto pe' canta', versione Nino Manfredi.
D'altronde siamo pur sempre a Roma.

Ecco qualche immagine e qualche spezzone della giornata in questo video:

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