Così, una bottarella d'ottimismo.
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Questa maglia l'ho creata grazie a Photophunia dopo tanto che ci pensavo. Mi pare adatta. |
SORGI
E SPLENDI
Me
sveglio la mattina con in bocca un saporaccio,
nemmeno
ho aperto gli occhi già ridormirei avaccio*;
sono
pressoché fuso
con le lenzuola ed il letto,
pe'
alzamme me ce vogliono due ore più il raschietto.
Di
quello che m'aspetta non mi piace proprio niente,
se
adesso m'alzo subito barcollo deficiente;
ma
anche se a letto mi recluderei come Riina,
se mi
rigiro e dormo butto tutta la mattina;
e
allora m’alzo, voja zero der monno,
voglia
quanta di spaghetti gianduiotti e tonno.
Arranco-Cranberries,
con i membri piombi,
non
“wake up and smell the coffee” ma piuttosto “Zombie”.
È così
appena sveglio, non c'è Cristo che tenga:
t'affacci
e dici fuori "Buondì, pianeta del menga".
E ciò
non solo dopo una serata godereccia:
sempre
ti svegli e sei, della coppa, dov'è la feccia,
la
bocca che sembra foderata di moquette
as every fucking morning, satisfaction I can't get.
Serque de parolacce ignote pure ai lessicografi,
pe’ alzarmi un po’ l’umore mi devo ascoltar “Pornography”.
Di
cosa bella m'aspetta solo la colazione,
ma
pure col caffè mi va a nani zoppi il neurone:
un po'
il coffee mi sveglia, per lo più mi innervosisce
è
appena cominciata e già chiedi "quando finisce?"
Quando
finisce tutta sta tempesta de rotture?
Sto
mare de cazzate che t'assedian, de lordure?
Se
viaggi con la mente sopra i sette continenti
ti
sembran popolati per lo più di defi-genti:
di
“per lo meno” pochi, parecchi um-ani/mali,
t’aspettano
settantasette vizi capitali.
E
capitali son le pene che ci vorre’
e
inve’ di pene sai che… guarda, lascia pe’.
Già inizia bene in bagno, dove oioi lo specchio
ti
rimanda sto spettacolo tra l'uno e l'altro orecchio:
c'è
qualche giorno in cui dico "però... sono un bel pezzo"
più
spesso tra le cispe mi tralìcio con disprezzo;
ma
tanto co' 'st'umore sprezzerei anche una gemella
di
Megan Fox uguale spiccicata ma più bella,
figurati
allora se non sprezzo costui
che è
l’eminenza fucsia di tanti miei giorni bui…
Finito
di sprezzare, ancora in mutande,
inizia
l’altra gioia, parton le domande:
del
tipo “la giornata oggi cosa mi destina?
Sarò
su quanto la coffa o giù sotto la sentina?
Chissà
verso che cosa è diretta la prua:
sarà
“anvedi che ficata!” oppur “limortacci sua”?
Non
sono un indovino, non so cosa accadrà,
ma la
risposta me l’immagino già…
ché
tutto questo pure senza guai seri:
è così
i giorni normali, mica quelli neri,
è
quello che il risveglio solerte ti porge,
puntuale e regolare come il sole che sorge.
Ma, a
proposito di sole, quando ce n’è un po’
e
esci, inizi a dire “Mmh… però…”
una
luce un suono, qualche linea, un odore
suggeriscono
che “Dai, non è poi tutto orrore:
c’è
tanto positivo, pure qualche gioia vera”
e ti
porti quell’umor magari fino a sera;
che
pensi “il bello del mondo nessuno lo nega:
posso
anche sperare bene…” e è lì che ti frega.
2017-4
gennaio 2018
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